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Books Buddies

RECENSIONE HOW I MET YOUR MOTHER

a cura di Cristina e Luca

Buongiorno Books Buddies, oggi prosegue la settimana #morebooksbuddies con la recensione curata dai nostri amici Cristina e Luca! Parliamo di una comedy in cui le esperienze di vita quotidiana diventano LEGGEN…non vi muovete…DARIE!!


Ombrello giallo o corno blu? Dopo 9 stagioni è con questa domanda che si conclude “How I met your mother” con uno dei finali più discussi e criticati degli ultimi anni, ma andiamo con ordine.


Ideata da Carter Bays e Craig Thomas “HIMYM” è una sitcom andata in onda dal 2005 al 2014 che racconta le vicende di un gruppo di 5 amici a New York. Le avventure sociali e sentimentali dei protagonisti vengono narrate, nel corso di tutte le puntate, seguendo la prospettiva ed il racconto di uno di loro, Ted Mosby, il quale descrive ai suoi figli adolescenti nell’anno futuro 2030, come ha conosciuto la loro madre e gli narra il suo tortuoso percorso alla ricerca dell’amore della sua vita. Il luogo principale nel quale si svolgono le vicende è il Pub Mclaren’s sotto casa di Ted, dove i protagonisti si riuniscono quasi ogni sera allo stesso tavolo raccontandosi con umorismo, acutezza, creatività, follia ed un pizzico di tragicità le loro giornate ed esperienze di vita.


Nella sua ricerca Ted è accompagnato dai suoi 4 inseparabili amici: Lily, Marshall, Barney e Robin.

Marshall e Lily sono la coppia perfetta fin dai tempi del College e per tutti gli anni della messa in onda non perderanno mai l’amore l’una per l’altro, non senza incontrare qualche difficoltà. Marshall ci ha fatto ridere soprattutto per il suo essere goffo e completamente fuori contesto rispetto ad una città dai ritmi così accelerati; lui, un ragazzo semplice cresciuto nel Minnesota con i suoi fratelli, che si trova catapultato nella frenesia lavorativa di New York.

Lily, d’altro canto, è una sorta di sorella maggiore per tutti, migliore amica e confidente di ognuno, è un personaggio complesso, impulsiva, ansiosa, ossessionata dal concetto di giustizia è la protagonista con l’animo più turbolento.


Barney Stinson è il giullare del gruppo, l’eterno ragazzino con la passione per la magia che riesce sempre a strapparci un sorriso grazie alle sue strampalate tecniche di rimorchio che annota in un libro chiamato “Playbook”.

Ma sotto le vesti da donnaiolo si nasconde una persona leale, capace di provare sentimenti forti e veri che, infatti, sentirà nascere e crescere per la quarta protagonista della comedy, Robin Scherbatsky, una giornalista canadese trapiantata nella Grande Mela che lavora per un’emittente televisiva.


Robin è l’ultima arrivata nel gruppo dei cinque, è una donna indipendente, con una grande paura nel legarsi a qualcuno che la porta a concentrarsi stacanovisticamente sul suo lavoro.

Torniamo ora al protagonista, l’architetto Ted Mosby, inguaribile romantico, perennemente alla ricerca dell’anima gemella.

Attraverso i suoi continui fallimenti amorosi, per 9 lunghi anni continueremo a ricevere indizi sull’identità dell’introvabile “Mamma”; perché la donna perfetta è là fuori, si chiama Tracy McConnel e saranno moltissime le volte in cui i due si sfioreranno senza mai incontrarsi.

Ma l’amore non è sempre sinonimo di lieto fine, lo sanno bene gli sceneggiatori che, dopo averci fatto immedesimare in Ted e i suoi amici, ci traghetteranno verso uno dei finali più deludenti di sempre, perché va a demolire i percorsi di crescita di più di uno dei nostri protagonisti.

In soli 20 minuti si viene catapultati indietro nel tempo al punto di partenza, come in un loop temporale in cui tutto si ripete ma con i protagonisti invecchiati e più maturi.

Nonostante questo finale che entrambi non reputiamo all’altezza, HIMYM ci ha appassionato e la consigliamo a chiunque non l’abbia vista, perché a volte è davvero più bello il viaggio della destinazione.

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