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Books Buddies

RECENSIONE THE QUEEN'S GAMBIT

a cura di Federica

«Fu la scacchiera a colpirmi. Esiste tutto un mondo in quelle 64 case. Mi sento sicura lì, posso controllarlo, posso dominarlo ed è prevedibile. So che se mi faccio male è solo colpa mia.»

Ciao Books Buddies, eccoci qui con la nostra rubrica #morebooksbuddies. Quest'oggi la recensione è stata scritta dalla nostra amica Federica. Vi parla della serie tv "The Queen's Gambit".


“The Queen’s Gambit”, in italiano Gambetto di donna, ovvero una delle possibili mosse di apertura degli scacchi, è una serie originale Netflix trasmessa in streaming a partire da ottobre 2020. La serie è tratta dall’omonimo romanzo di Walter Tevis e racconta le imprese di Beth Harmon, una bambina prodigio divenuta in poco tempo una celebre campionessa di scacchi.


In seguito alla morte della madre, all’età di otto anni Beth viene affidata ad un orfanotrofio, ed è qui che prendono vita le passioni e i tormenti che accompagneranno la protagonista lungo la sua vita futura. Negli anni in cui è ambientato l’inizio della storia, all’interno degli orfanotrofi era infatti molto comune somministrare pillole e tranquillanti ai bambini, cosa che per Beth si trasforma in una vera e propria dipendenza. Presso l’istituto, la piccola conosce inoltre il Signor Schaibel, il solitario e taciturno custode che trascorre il proprio tempo in compagnia di una scacchiera. Beth, istintivamente attratta dal gioco, convince l’uomo a farle da maestro, dimostrando fin da subito una sbalorditiva abilità, tanto da far diventare gli scacchi il suo costante pensiero e la sua essenza.


Dopo pochi anni Beth viene finalmente adottata da Alma e Allston Wheatley. La nuova vita, inizialmente perfetta, mette ben presto a dura prova la ragazza: le umiliazioni a scuola, l’abbandono da parte del padre adottivo per motivi misteriosi e la depressione di Alma; per Beth l’unico mondo felice in cui rifugiarsi è quello degli scacchi. La sua grande passione non l’ha infatti abbandonata e, date le sue straordinarie abilità e la costante voglia di superarsi, con l’aiuto della madre adottiva la giovane trasforma la sua ossessione in un lavoro: Beth inizia infatti a partecipare a svariati tornei internazionali, scalando rapidamente la vetta dei campioni e affermandosi in un ambiente all’epoca ancora prettamente riservato al genere maschile. Nonostante il successo, l’animo tormentato di Beth non si placa e la crescente dipendenza dai farmaci e dall’alcool porteranno questa giovane donna a perdere il controllo della propria vita. Alla fine, grazie all’aiuto degli amici conosciuti lungo il cammino, Beth riuscirà a rimettere insieme i pezzi e a vincere il campionato mondiale, sconfiggendo il precedente campione del mondo russo, che da sempre rappresentava per lei una vetta apparentemente impossibile da scalare.


Il mio giudizio sulla serie non può che essere positivo, anche se c’è un “però”: per chi come me è appassionato di trame dinamiche, avvincenti e ricche di colpi di scena, deve essere consapevole del fatto che in questa serie non li ritroverà; l’intera vicenda ruota infatti attorno alla figura di Beth, alla sua passione-ossessione per gli scacchi e ai suoi tormenti interiori. A mio avviso, lo sforzo da fare è quello di ricercare le particolarità della serie non tanto nella storia in senso stretto, quanto più nello stile e nei messaggi che vi stanno dietro. In primo luogo vi è la personalità di Beth, amica e nemica di sé stessa, e in tal senso l’interpretazione della protagonista Anya Taylor-Joy è davvero ammirevole: lo spettatore riesce perfettamente a percepire le emozioni che affollano la mente del personaggio, nascoste dietro alla calma e alla freddezza apparentemente inscalfibili con cui la ragazza sconfigge inesorabile i propri avversari, diventando regina in un ambiente molto maschile per l’epoca. Un altro aspetto positivo della serie che vale la pena sottolineare è quanto siano riusciti a rendere avvincente un gioco che, per i meno esperti in materia, può forse risultare poco dinamico: i momenti di attesa e riflessione che precedono le mosse dei giocatori sono in questo caso carichi di tensione e catturano l’attenzione; personalmente sono rimasta spesso con il fiato sospeso durante la rappresentazione delle partite. Nonostante la trama più lineare sono sicura che non vi annoierete e alla fine vi verrà voglia di imparare a giocare a scacchi.


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