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Books Buddies

RECENSIONE ROMULUS

a cura di Fabio

«Vivremo anche noi liberi dalla paura. Avremo una nostra città e si chiamerà Roma.»

Voto: 3.5


Ave Books Buddies, oggi parliamo della discutissima serie tv Romulus, trasmessa da Sky e diretta da Matteo Rovere, già noto per il film “Il Primo Re”, sulla stessa tematica. La serie prova a raccontare la storia che ha ispirato la leggenda di Romolo e Remo e la fondazione di Roma.


Lazio, 700 A.C, la Lega delle città latine dei Trenta Re e, in particolare la capitale Alba Longa, soffrono di carestia e un messaggio degli aruspici comunica che gli Dei riporteranno l’acqua solo se il Re Numitor lascerà il torno. L’anziano sovrano abdica, quindi, in favore dei nipoti gemelli, Yemos ed Enitos. La sete di potere del fratello di Numitor, Amulius, appoggiato dalla moglie Gala, lo porta, però, ad ordire un colpo di stato per governare. In un brutale attacco a tradimento, Amulius e le sue guardie riescono a uccidere Enitos, ma Yemos riesce a fuggire. Amulius prende così il potere, accusando Yemos di fratricidio.

Intanto, nel tempio delle vestali, la figlia di Amulius, Ilia, da sempre innamorata di Enitos, apprende della sua morte e decide di vendicarlo, votandosi al dio Marte e trasformandosi in una spietata guerriera.

Fuori dalle città, nel bosco, vive, però, un altro popolo selvaggio e barbaro, devoto alla Dea Rumia. Qui verranno accolti Yemos e Wiros, ex schiavo fuggito dalla città di Velia.


Mi fermo qui con la trama per non svelarvi troppo, ma le vicende sono molto più complesse di quanto non possano apparire. Ammetto di aver cominciato la serie per curiosità ed essere rimasto inizialmente un po’ deluso. La storia di base era interessante, ma lenta e, soprattutto, c’era troppa violenza per i miei gusti. Ho sentito definire questa serie come il nuovo GOT italiano, ma si tratta di due cose completamente diverse. In GOT la violenza è spesso legata ai fatti che accadono e aumenta il realismo della vicenda, senza mai sfociare nello splatter. In Romulus, spesso assistiamo invece a scene brutali e gratuite, che, sebbene giustificate dall’epoca primitiva rappresentata, mi sono sembrate eccessive.


Per essere una produzione italiana, devo dire che è di qualità, sia nella fotografia, che nelle musiche e nei costumi. Una particolarità è il fatto che tutti gli episodi siano recitati in latino, o meglio “proto-latino” e poi solo successivamente doppiati in italiano (così come successo anche per “Il primo re”) per aumentare il realismo della storia.


La trama parte lenta, ma ha poi una crescita interessante e regala una nuova prospettiva sulle origini della Città Eterna. I personaggi sono complessi e hanno anche loro una crescita durante la puntate, cosa che ho apprezzato molto, in particolare per Ilia, Wiros e Yemos.


Consiglio di guardarla agli appassionati del genere storico e a coloro che apprezzano una buona produzione italiana. Non direi che è la serie dell’anno, ma si è dimostrata una buona scoperta in fin dei conti.


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