a cura di Fabio
«Arrivò la pioggia e non ci fu più niente che potessimo fare. Non dai valore a quello che hai finché non lo perdi.»
Buongiorno Books Buddies, cosa fareste se la pioggia fosse velenosa? Oggi recensiamo la serie tv danese "The rain", prodotta da Netflix.
Sono passati ormai sei anni da quando la pioggia ha portato il virus e il mondo è collassato. Sei anni da quando Simone (strano, ma è un nome da donna sì) e il fratellino Rasmus sono entrati nel bunker. Ancora in attesa del ritorno del padre, i due fratelli usciranno finalmente dalla protezione del bunker per scoprire che fuori non è tutto perduto. I sopravvissuti al virus cercano di sopravvivere con ciò che resta, evitando i misteriosi stranieri che vogliono ucciderli. Sarà l'incontro con Martin e il suo gruppo a cambiare le cose e dare una speranza a Simone e Rasmus.
La serie non mi ha convinto a pieno. Dopo una prima stagione promettente, con una trama accattivante e personaggi interessanti, l'elemento paranormale
prende il sopravvento, trasformando il virus in una specie di malvagio superpotere e della pioggia ci si scorda completamente.
A metà strada fra the 100 e stranger things, the rain non brilla per originalità, ma si fa seguire. Molto interessante il personaggio di Simone, che evolve nel corso della serie. Pessimo, al contrario, il cambiamento di Rasmus, trasformato forzatamente in antagonista quando la sua natura era un'altra. Tremendo il personaggio di Jean, inutile e dalla pessima recitazione.
La parte peggiore è sicuramente il finale, affrettato, sconclusionato e risolto con un pessimo deus ex machina (lascio la parola a chi l'ha visto qui).
Belle ambientazioni e colonna sonora. Nel complesso una serie con buone potenzialità, sfruttate male.
Se vi piace il genere distopico vi consiglio di darle una possibilità. Se l'avete vista fatecelo sapere nei commenti!
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