a cura di Cristina e Luca
« La radio. L’ascoltiamo tutti, in macchina mentre guidiamo, a casa, in palestra, durante una corsa; ci fa compagnia in tanti momenti della giornata sia di giorno che di notte. La radio è puro coinvolgimento per gli spettatori.»
Ciao Books Buddies, oggi torniamo con la nostra rubrica #morebooksbuddies. Quest'oggi la recensione è stata scritta dai nostri amici Cristina e Luca. Vi parlano del film "Il Talento del Calabrone" uscito su Amazon Prime.
"E se utilizzassimo una diretta radiofonica per incutere paura ad un’intera città che ascolta?” .
È quello che accade in questo “thriller all’italiana” prodotto da Amazon Prime Video e diretto dal regista Giacomo Cimini.
Durante la diretta di un’emittente radiofonica famosa sono in palio i biglietti per un concerto e lo share è altissimo, i fan commentano sui social e chiamano per tentare la fortuna.
Un professore sessantenne colto ed astuto, che si farà chiamare “il Calabrone”, interpretato da un’eccellente Sergio Castellitto, telefona al giovane e carismatico Dj Steph (Lorenzo Richelmy) e gli comunica che sta girando per le vie di Milano con un potente ordigno all’ozono sul sedile posteriore della sua auto; se non verranno esaudite le sue richieste o la telefonata verrà interrotta, egli premerà un pulsante e si suiciderà provocando una strage.
Tramite la soluzione di quiz e strane imposizioni di brani musicali quali Bach e Beethoven, si iniziano a percepire le reali motivazioni che hanno portato l’uomo a ideare il suo piano; motivazioni rancorose che l’hanno indotto a non voler più dare un senso alla sua vita e che hanno a che fare proprio con il passato del giovane conduttore, suo interlocutore e “duellante”.
Sono proprio la rabbia, la follia hacker, la psicologia e le espressioni di Castellitto che nascondono una vita di dolore a scatenare nello spettatore un’emozione e la voglia di continuare la visione della pellicola.
Il coinvolgimento della polizia chiamata ad intervenire in radio e capitanata dal tenente Rosa, interpretata da Anna Foglietta, innesca una caccia all’uomo che invoglia lo spettatore a seguire passo dopo passo le mosse del “terrorista”.
È proprio l’interpretazione della Foglietta uno dei maggiori punti deboli di questo film, sicuramente non aiutata dalla sceneggiatura che vorrebbe proporre un personaggio femminile forte simile all’ispettrice Raquel Murillo de “La casa di carta” ma che scade nel grottesco con il suo abito da sera rosso accompagnato da anfibi, giubbotto antiproiettile e pochette.
Nonostante alcuni scivoloni dovuti ad una scrittura dei dialoghi non eccelsa, a nostro avviso il film rimane avvincente soprattutto per l’intreccio di tematiche e drammi sociali che tratta e per le riprese notturne che accentuano la suspance di un “pericolo invisibile” che si aggira in una metropoli fatta di luci e grattacieli.
Se siete alla ricerca del classico thriller d’azione americano pieno di sparatorie rimarrete delusi, ciò che tiene alta l’attenzione dello spettatore non sono inseguimenti irrealistici ma lo sviluppo psicologico dei personaggi, la ricerca della verità e delle motivazioni che hanno portato il Calabrone a questo gesto folle.
Nel panorama cinematografico italiano saturo ormai di pellicole di dubbio gusto e cinepanettoni, “il talento del Calabrone”, nonostante i suoi difetti, risulta una ventata di aria fresca e ve ne consigliamo dunque la visione.
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