a cura di Fabio
Voto: 3.5
Buongiorno Books Buddies, oggi parliamo di fantasy italiano con la recensione de “Le cinque rive: gli anni delle fiamme” di Chiara Cecilia Santamaria, edito da Gribaudo editore.
Cinque Rive, cinque nazioni che hanno finalmente ritrovato la pace dopo anni di guerra contro Lei, l'innominabile, l'imperatrice maledetta. Eppure una minaccia sembra risvegliarsi dal passato, coinvolgendo Bram Cadaval, giovane apprendista degli Armon del Cerchio della Riva di Vidrian, e Deva Loissen , unica erede di una ricca famiglia di commercianti della riva di Terrena. Le strade dei due ragazzi si incroceranno per le strade della magica riva di Alta, dove scopriranno che non tutto è come sembra e che il futuro è più incerto di quanto immaginassero.
Avevo sentito parlare molto di questo romanzo sui social, perciò avevo aspettative parecchio alte, che sono state rispettate solo in parte. Ma cominciamo con le note positive. Il worldbuilding è bello, curato e originale. Lo stesso vale per il sistema magico (gli Armon, tanta roba), con l’idea che ciascuno possieda un cerchio di emozioni che può regolato e, (spoiler) usato come potere in battaglia.
Ambientazioni affascinanti e personaggi ben caratterizzati (si, sto parlando proprio della meravigliosa Astromante). La cosa che più ho apprezzato è il loro essere grigi, il non sapere da che parte schierarsi, soprattutto nella seconda metà del romanzo.
Note negative ora. La lunghezza eccessiva, molte scene, in particolare nella prima metà, si potevano tagliare o accorciare. Il libro cambia ritmo e registro da un certo punto in poi e sembra quasi di leggere due libri diversi, forse era il caso di separarli?
Le cose che però mi hanno fatto davvero storcere il naso sono due. L’incipit, con il protagonista che si alza e fa colazione, ecco questo proprio no. Anche gli esordienti sanno quanto sia banale e noioso un incipit del genere. Si poteva fare di meglio. Secondo punto, il pov ballerino. Ho trovato estremamente faticoso immergermi nella storia e nei pensieri dei personaggi perchè il punto di vista continuava a rimbalzare continuamente da uno all’altro, anche all'interno dello stesso paragrafo. Se si sta leggendo con la focalizzazione interna di un certo personaggio non è possibile che tre righe sotto improvvisamente si stia ragionando con la mente di un altro personaggio in scena. Si crea confusione e basta. E questo credo sia alla base di una buona scrittura.
Tirando le somme, quindi, il mio giudizio è positivo perchè la storia è molto bella e anche i personaggi e sono curioso di sapere cosa ci riserverà in futuro (il secondo libro è in uscita) e mi auguro che queste lacune siano state superate.
Se cercate un fantasy nostrano originale, potete dare una possibilità a questa storia. Se l’avete letto fatemi sapere che cosa ne pensate nei commenti.
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